La stagione micologica qui
al nord volge al termine, si tirano le somme e anche quest’anno nell’ambiente
di lavoro non ho sentito parlare dell’orellanus come responsabile di
intossicazioni. Fortunatamente, perché, se mangiato, il fungo provoca uno dei
peggiori e più temibili avvelenamenti.
Quando la sindrome si
manifesta, anche dopo dieci giorni e più dal consumo, la situazione è ormai
tragica per il paziente e del fungo non è rimasta più traccia, nemmeno nella
memoria del consumatore!
Non ne ho sentito parlare né
ho trovato questo Cortinarius. Peccato, perché è un micete che va perfettamente
conosciuto e memorizzato e, se non lo vedi spesso, puoi dimenticare i suoi
caratteri determinanti.
Questo funghetto, quando
appare o viene portato all’attenzione del micologo, effettivamente crea qualche
apprensione nella determinazione proprio per la sua rarità e per il pensiero
che qualcuno lo possa incautamente consumare.
Raro, ma fedele alle proprie
stazioni di crescita, si presenta fino al tardo autunno in pochi esemplari
sotto latifoglie: quercia, castagno e nocciolo.
È di taglia medio piccola,
carnoso, con il cappello inizialmente emisferico-campanulato, appianato nei
soggetti più maturi; può presentare, ma non è la norma, un largo umbone.
La cuticola risulta asciutta, leggermente feltrata, fino a finemente squamosa. Il colore del cappello è solitamente di un bruno-ruggine uniforme, ma può tendere all’arancio-mattone.
La parte sottostante (imenio) è formata da lamelle adnate al gambo, larghe e ventricose, spaziate e dello stesso colore del cappello, così come le spore in massa.
La cuticola risulta asciutta, leggermente feltrata, fino a finemente squamosa. Il colore del cappello è solitamente di un bruno-ruggine uniforme, ma può tendere all’arancio-mattone.
La parte sottostante (imenio) è formata da lamelle adnate al gambo, larghe e ventricose, spaziate e dello stesso colore del cappello, così come le spore in massa.
Il gambo è slanciato,
cilindrico, attenuato alla base, color giallo-rugginoso in prossimità del
cappello, mentre il resto è bruno-ruggine. Nelle fasi iniziali della crescita
del fungo, leggere fibre giallastre formano una ragnatela a protezione delle
lamelle, fibre che successivamente si ritrovano sul gambo. Caratteristica questa comune
a tutto il genere ma che in questa specie spesso è poco visibile una volta
cresciuto!
Alla sezione la carne
risulta giallastra, esigua e flaccida, con leggero odore rafanoide.
Il fungo è responsabile della
sindrome orellanica causata dall’orellanina, tossina presente in questo
cortinarius, come in altre specie del gruppo: Cortinarius speciosissimus (=rubellus), e specie vicine, tutte da considerarsi velenose mortali.
La tossina provoca gravissime intossicazioni a carico dei reni che, nei casi meno infausti, costringono i pazienti ad emodialisi e trapianto.
La tossina provoca gravissime intossicazioni a carico dei reni che, nei casi meno infausti, costringono i pazienti ad emodialisi e trapianto.
Stefano Balestreri
Cita questa pagina:
Balestreri, S. (2013. Novembre).Cortinarius orellanus.Estratto da AppuntidiMicologia ©
http://www.appuntidimicologia.com/2013/11/cortinarius-orellanus.html
E' vero Stefano,di questo fungo se ne parla poco,e al pari del suo alter ego "speciocissimus"che cresce prevalentemente sotto conifere è una specie molto pericolosa se non altro per la confusione con il gruppo dei cosiddetti chiodetti,molto simili nella forma e con possibilita' di confusione per i non esperti del campo,come ci è capitato nel nostro gruppo micologico di verificare che qualche raccoglitore aveva preso i cortinari per chiodetti.Bisogna parlarne piu' spesso di questa specie come si è fatto per le amanite mortali.Ciao alla prossima.
RispondiEliminaChiodetti o chiodelli a secondo delle regioni, Chroogomphus helveticus il nome scientifico di questi "sosia" commestibili, con cui in passato alcuni hanno scambiato C. speciosissimus.
EliminaGrazie per aver citato questa possibilità di scambio e di confusione, anche se sono convinto che chi raccoglie Chroogomphus helveticus e specie prossime, difficilmente farà confusione con questi Cortinari.
Ciao
stefano
Stefano
Eppure è stato segnalato un caso di avvelenamento in Trentino nel 2002 per confusione tra Cortinarius speciosissimus e Croogomphus elveticus. Marco Donini Bollettino Gruppo Bresadola di Trento anno XLVII n* 3 del Sett-Dic 2004
Eliminagrazie per la segnalazione. La leggerò
Eliminaciao
stefano
Qui ai Castelli Romani è invece piuttosto diffuso e direi pericoloso.Ama crescere all'interno di grossi ceppi di castagno dove si accumula del terriccio insieme a Mycena sp,Psathyrella sp e...Armillaria!
RispondiEliminaComplimenti per gli interessanti articoli
Grazie a te per il commento.
EliminaCiao
Stefano
Che lei sappia, non c'è stato mai nessuno che ha pensato di utilizzarlo a fini omeopatici?
RispondiEliminaNaturopatia e fitoterapia danno qualcosa alla nostra salute....!
Probabilmente i suoi effetti sono più simili allo sniffare amianto o cocaina, oppure al trangugiare pinte di vino o birra o vodka....!
Macinato e zuccherato, dopo due ore di bollitura potrebbe diventare un'ottima marmellata, almeno nell'aspetto....
Un lungo viaggio è così assicurato a bassissimo costo!
Adriano
:-) Inquietanti pensieri..
EliminaNo, non ho notizie di utilizzi omeopatici od "impropri" di questo funghetto. Gli effetti purtroppo sono già di per sè devastanti con l'erroneo consumo.
Speriamo continui a crescere timidamente nelle sue stazioni di crescita e speriamo sempre che venga ben riconosciuto come pericoloso killer...da cui stare molto alla larga! ;-)
Grazie
stefano